The memorial has no year date, only the day and the month, September 12. It is not anonymous, but the name of its author written on the paper’s verso is almost illegible. Davide Gambino has made an attempt to decipher it and has a hypothesis about the author’s identity. The signature might read as “Messer Quirico, zenoese (Genoese)”: in the initial lines the author refers to himself as “vicario” (vicar) and in the following line mentions the archbishop, suggesting that the author was Quirico de Vivolo. He was a doctor of civil and canon law (laureato in utroque), canon of the cathedral of Saint Lawrence, and coadjutor of the vicar Leonardo De Fornari in 1462–1463, then bishop of Mariana in Corsica.1
The memorial has several thoughts in common with the text by Giovanni Capello (Appendix 1). Like Capello’s text, it mentions the territorial power of San Giorgio as a fundamental problem for San Giorgio’s relationship with the Commune of Genoa. The two texts have a similar analysis and criticisms, and both propose a radical reform of San Giorgio. No other texts located in any Italian archives have a similar perspective. It is possible that the authors of the two texts knew each other. If the author was Quirico de Vivolo, it is possible that the document was written in 1462.
The content of the memorial was analyzed in the book (§ 7.4. Second Memorial Against San Giorgio). However, the text contains a detail that has not been analyzed and that requires further investigation. Among territories of San Giorgio such as Corsica, Famagusta, Caffa, and Pietrasanta, the text also mentions Pera, the main hub of the Genoese in Constantinople. As far as is known, San Giorgio had no prerogatives or rights over Pera. It was not a Genoese territory, and the Commune of Genoa had no territorial control there. This piece of information contradicts what we know about San Giorgio’s territorial power and requires further analysis. The following transcription is by Davide Gambino.
Memoriale anonimo (Messer Quirico)
Illustrissime atque excellentissime princeps Cesarque invictissime. Dubitando heri di non esser molesto a Vostra Excellentia, strinxi il mio parlar più forse che non richedeva tanta facenda, ma al presente mi sforserò di declarare meglio il mio concepto cum quella brevitate serà possibile, et se Vostra Excellentia vorà che io declare meglio, o ver renda ragione de li mei ricordi, il farò a bocha et voluntieri, però che essendo vicario volsi intender tute queste cuose, e s’el valente homo del archiepiscopo non se havesse lagato corrumper da questoro cum ducati tre milia, mandava la cuosa ad executione.
Prima dè saper Vostra Excellentia che a Genoa habiamo doi dominii: l’uno del Palatio, l’altro di Sancto Georgio, il qual hè gubernato da certa coniuratione di citadini ambitiosi che semper pretendono a la destructione di quellui guberna il Palatio per reducere in loro il guberno totale di Genova, e cuosì già havevano occupato le megliore membre de la citate, ciohè Caffa, Peira, Famagusta, Petrasancta e Corsica, e cuosì a puocho a puocho cierchano di occupar il resto, et hanno conducto una grande brigata a la soa voglia cum prometterli a dargi officii, però che questoro hanno più officii da dare cha quellui chi guberna il Palatio, et molto megliori.
A la qual tirannia hè uno optimo e lengiero remedio: che Vostra Excellentia habia secretamenti octo in XI homini prudenti et a chi basti il animo, et maxime il vicario del archiepiscopo, li quali cum discretione inciteno li monasteri e tuto il clero et l’altre persone, cuosì di rivera cuomo de la citate, chi supplicano a Vostra Excellentia non la laghe devorare a questi lupi rapaci, e si digne di congregare tuti li participi per crida a ciò ciascaduno possa dir la soa ragione; a le quale honestissime richieste consentendo Vostra Clementia si congregherano tuti li participi et si ordinerà sei in octo bene instructi chi porgerano tali ricordi, chi serano utilissimi a quella compera, e se si torrà la signoria di mano a questi ambitiosi, li quali revera non sono molti. Item si ordinerà quatro che revedano li libri di Sancto Georgio et quelloro chi hanno robato la dicta compera siano constrecti a restituire: son io certo ne caveremo C in CC milia fiorini et più, cuomo si fece per il tempo de la inclita memoria del duca Philippo, et faremo che la medietate di questi denari serà di la Excellentia Vostra, e l’altra remanerà al desbito di Sancto Georgio, et leveremo le cabelle de le victualie, le quale sonno la desctructione de li poveri homini, et reduceremo il governo di Sancto Georgio al modo antiquo, e semper che Vostra Excellentia bizognerà di denari, troverà secorso in quella compera da L in C milia ducati. Item in breve tempo poteremo liberare Sancto Georgio et convertir la medietate de le intrate in la Signoria Vostra.
Item, essendo Genova divisa in doe parte, gentilhomini et popolo, et il populo in mercadanti et artexani, semper li gentilhomini e mercadanti si acordano, e li artexani li restano per niente, e cuosì il populo minuto, il qual hè devotissimo di Vostra Excellentia et hè de le dece parte le nove; semper hè suffocato, e quando si parla di trovar denari per Vostra Excellentia, o ver di far armata veruna, non si può obtinere perché si trovano de li quatro parte le tre.
Ma a confirmatione del stato di Vostra Excellentia sería necessario di torre tute le parte, da’ gentilhuomini a populo, da ghelphi a ghibelini, a la qual cuosa ciascaduno lengieramenti consentirà. E poi si dividese Genoa in quatro parte per porte et parochie; deinde si feceno quatro sachetini, ove fosseno li nomi di tuti quelli de la citate che fosseno di qualche sentimento, e poi semper che havesse a dar officii, si tollese per sorte uno di questi scripti, et etiam quando si ha ad fare li consigli grandi, et a questo modo seriano tolte le ambitioni et pratiche di questoro, et semper obteniria Vostra Excellentia quel che ha volesse, altrimenti non si poterà giamai obtener cuosa vuoglia Vostra Celsitudine, però che questi tali sono molti su la volta del duca Iohanni. Io mi ricommando a Vostra Excellentia, paratissimo di difender per ragione queste doe proposte contra ciascaduno volesse dir il contrario. Valete principum decus.
Written crosswise on the verso: Memoriale dito per messer Quirico zenoese, die XII septembris.
Note
1. Domenico Cambiaso, “I vicari generali degli arcivescovi di Genova,” Atti della Società Ligure di Storia Patria XII (1972): 11–70, 31.